Ronta (364 metri sul livello del mare) è un paese tra i più pittoreschi del Mugello. Si tratta di una piccola frazione del comune di Borgo San Lorenzo. La vallata del Mugello, ricca di toni e di colori, riveste a Ronta un colore ferrigno sui monti, verde scuro nei boschi, e raggiunge dei toni più chiari nei torrenti, nei campi e nei pallidi olivi.
Ronta si trova nella cavità dell’Appennino e è chiusa a nord da Monte Prefetto (960 metri), a est dal Monte Giuvigiana (973 metri). Nella parte nord-ovest si affaccia su tutto il Mugello Il paese è bagnato dall’Elsa, o comunemente chiamato Ensa.

La Via Faentina dalla valle del Mugello tocca la frazione di Panicaglia, poi Ronta, per continuare fino alla Madonna dei Tre Fiumi, ed ancor oltre con Razzuolo. Dopo una stretta gola, con strette curve e avvolgimento sul fianco della montagna, la Faentina porta alla “Casa dell’Alpe”, per poi raggiungere la Colla di Casaglia.
Ronta, per l’ubicazione lungo la Faentina, per la bellezza del paesaggio, e la varietà dell’ambiente, fu considerata sempre un importante centro ed un ricercato luogo di calma e di riposo. Le nuove costruzioni non hanno alterato il sapore antico del paese, delle case vecchie e quel senso di solennità che pervade la zona. Che Ronta, in tempi antichi fosse abitata dagli Etruschi è facile da dedurlo dalla stessa denominazione. Infatti “Ronta” non è altro che una riduzione di “Arrunta”, pianificazione dell’Etrusco Arnta. Inoltre durante i lavori di restauro della chiesa vecchia, la più antica tra lle chiese di Ronta, furono trovati dei resti di mura che presentavano caratteristiche etrusche: blocchi squadrati, frammisti a tratti irregolari, effettuati a secco.
Ronta fu anche conquistato dai Romani, i quali probabilmente vi costruirono una rocca. Questa sorgeva sull’alto poggio dove si trova oggi la chiesa di S. Maria a Pulicciano. La tradizione vuole che i Romani avessero eretto, anche in Mugello, numerosi templi ai loro dèi. A Borgo San Lorenzo, si venerava Bacco, a Luco Diana e a Ronta Marte. Dopodichè in Mugello si insediarono i Longobardi. Una frazione di Ronta, le Ville, dichiara un ambiente colonico organizzato secondo il diritto longobardo. Dopo giungono i Franchi. Andiamo alla scoperta delle chiese di Ronta, ricche di storia e di fascino.

CHIESA VECCHIA

Appena giunti a Ronta venendo da Borgo San Lorenzo, proprio all’inizio del paese, lo sguardo è attirato da un campanile posto sulla destra. E’ la chiesa “vecchia”, una delle chiese di Ronta. Si tratta della primitiva chiesa del paese. La tradizione vuole che a Ronta sia esistito un tempio in onore di Marte. E’ difficile però documentare sia la presenza del tempio romano che la trasformazione del tempio in chiesa cristiana.
Un parte del filaretto, una piccola monofora ed un architrave hanno l’aspetto di romanità. Tutti i secoli lasciano la loro orma sull’edificio. Il restauro del Settecento apportò un ingrandimento della chiesa ma soffocò sotto l’intonaco degli aspetti interessanti della chiesa. Originariamente doveva presentarsi molto più affascinante. La base della chiesa venne trasformata a croce latina. La chiesa primitiva era sicuramente più piccola anche perchè a quei tempi Pulicciano aveva molta più importanza e Ronta ne era quasi una frazione.
La comunità di Ronta, ed in particolare Antonio De’ Nerli, erano molto devoti a questa chiesa. Nel Settembre 1516 vennero eseguiti dei lavori di restauro. Oltre l’ingrandimento del presbiterio, venne restaurato l’altare maggiore ed il campanile, ponendo sulla cima una croce di ferro con una bandiera su cui vi era l’immagine di San Michele. Successivamente vennero fatti anche dei restauri nella canonica e venne ingrandito il cimitero. Durante il priorato del Nerli, nel popolo di Ronta si sviluppò una devozione che mai è venuta meno in onore della Croce.
Una donna del popolo, Monna Antonia, conserva nella sua umile casa un bellissimo crocifisso. Quest’ultimo divenne il centro della fede, della pratica religiosa e la gloria del popolo.

CHIESA DI SAN MICHELE

Durante il XVIII secolo alla Chiesa di San Michele di Ronta, conosciuta anche come Badia, si svolgevano i lavori. Si tratta della più recente tra le chiese di Ronta. La chiesa è stata costruita su un’antica cappella dei Vallombrosani. I lavori si propagarono fino al 1716. Nel 1724 venne costruito un nuovo altare maggiore in pietra con ornamenti di marmo. La cappella presso la sacrestia presenta una devota immagine della Madonna, molto venerata dai popolani. Il priore Benvenuto Buini, molto affezionato al paese, decise di far sostituire l’antico rosone con una finestra a campana e l’architrave, sul quale pose sopra il suo nome e lo stemma di famiglia. Badia, divenuta la nuova sede parrocchiale nel 1785, si trovava proprio in mezzo al popolo, di facile accesso ed era un dignitoso e funzionale edificio. Ad oggi possiamo ammirare le pareti esterne intonacate. Sopra il portone, racchiuso da una cornice modanata, si trova uno stemma rovinato sul quale però si possono ancora distinguere due spade e il monogramma S.P. L’interno, ad un’unica navata, è molto semplice e coperto da capriate. Sopra il transetto si possono ammirare due volte a crociera.

MADONNA DEI TRE FIUMI

La Madonna dei Tre Fiumi è un luogo incantevole e si trova presso la Valle di Farfereta, in origine chiamata la valle del Sorbo. Tra le chiese di Ronta si trova anche un santuario. Quest’ultimo è proprio situato qui e si tratta dell’unico santuario di tutto il Mugello. Un giorno il luogo non era così come si presenta oggi. Il silenzio era interrotto dal mormorio dei torrenti. Di rado passavano mercanti, pellegrini e pastori. C’era anche un mulino. Durante una carestia tre giovani pastori furono graziati dalla Madonna. Durante il loro cammino videro una donna che li incitò a tornare a casa per mangiare. Trovarono la dispensa piena di pane.
In ricordo della grazia della Madonna fu costruito un tabernacolo che invitava a fermarsi e a salutare Maria.
Nel 1578 tre donne durante le quotidiane preghiere al tabernacolo videro il volto della Vergine farsi di carne e i suoi occhi pieni di lacrime.
Decisero di comunicare agli abitanti del Paese questo miracoloso evento. Proprio in quei giorni, un bambino di Pulicciano stava per morire. La madre decise di portare il bimbo davanti al tabernacolo e miracolosamente guarì.
Dopo diverse vicende, nel luglio del 1579, il priore decise di comunicare questi eventi ai Superiori. Venne fatta anche la richiesta della costruzione di un Oratorio. La prima pietra venne posata ad agosto. L’oratorio venne terminato nel settembre 1581. Nel 1633 furono aggiunte alla chiesa due navate e di lato fu costruito un refettorio per i pellegrini. Questo ampliamento non bastò, cosicché si decise di fabbricare un’osteria.
La devozione della Madonna dei Tre Fiumi prese campo anche a Firenze, tanto che per le feste di Pentecoste i pellegrini percorrevano tutta la Faentina, da Firenze alla Madonna dei Tre Fiumi, facendo anche sosta nelle diverse chiese lungo il tragitto.
Nel 1705, per generosità di Cristoforo Buini, furono fatti numerosi abbellimenti all’Oratorio. A sue spese vennero sistemati gli altari laterali (uno dedicato alla Madonna e l’altro a S. Carlo Borromeo), i portali e il coro.
L’Oratorio subì altri restauri nel 1933 e nel 1965 l’affresco della Vergine su riportato alle antiche linee.

 

PULICCIANO

La storia di Ronta resterebbe incompleta se non venissero dedicate delle righe a Pulicciano.
Questa località ha la sua origine in “Publicius”. Qui troviamo dei resti romani, tra cui una cisterna situata sotto il sagrato della chiesa, visibile attraverso una fessura praticata nel muro.
A pianta rettangolare, le pareti sono intonacate di colore giallo chiaro, mentre la volta a schiena d’asino fu rifatta nel Medioevo. Anche presso il cimitero di trovano delle tracce di muraglie d’una costruzione di epoca romana. Sul colle i romani costruirono un “Castrum”, e secondo la tradizione la contessa Matilde fondò un luogo di difesa su tutta la vallata del Mugello. Nel corso degli anni il castello passò nelle mani degli Ubaldini. Divenuto possesso della Repubblica fiorentina, Pulicciano divenne teatro di sanguinose battaglie. Nella lunetta sul portale della chiesa si vede da un lato la riproduzione dell’antico castello. Quando il dominio della Romagna passò ai Medici, le fortificazioni dalla parte dell’Appennino vennero distrutte, tra le quali anche Pulicciano. Testimone delle antiche glorie, restava la chiesa dedicata alla Madonna.

Tra le chiese di Ronta, quella diPulicciano, con la sua facciata ed il campanile singolare, può essere ammirata da quasi tutto il Mugello. Si tratta di uno dei punti più pittoreschi della zona e salire sul colle e guardare la valle del Mugello è una visione bellissima. E’ quasi impossibile definirne la data di fondazione. Probabilmente sorse come cappella dell’antico castello, infatti il suo primo appellativo fu “Santa Maria in Castello”. Subì restauri nel 1640 e nel 1897 fu rialzata e completamente trasformata. Il priore che commissionò questi restauri decise di porre lo stemma della sua famiglia sul fondale della lunetta, armonizzandolo con quello sabaudo. Nel corso degli anni l’interno della chiesa si è arricchito di pregiati dipinti.

Qui concludiamo il percorso delle chiese di Ronta.

Scopri cosa vedere a Borgo San Lorenzo