Di fianco al Santuario del Santissimo Crocifisso dei Miracoli si trova la chiesa di San Francesco.
Storia
La tradizione vuole che siano stati gli Ubaldini da ripa a donare la chiesa di Sant’Andrea (chiesa antecedente a quella attuale) e il convento francescano attiguo, come testimonianza della loro devozione nei confronti del Santo, a seguito di una sua visita a Borgo.
Nel corso del XIII secolo la comunità conventuale crebbe e inoltre il convento di Borgo fu oggetto di numerosi lasciti e donazioni. Grazie a queste donazioni potè iniziare la costruzione della nuova e più grande chiesa conventuale, ovvero quella attuale. La chiesa di San Francesco risale probabilmente alla seconda metà del XIII secolo. Verso il 1270 all’interno della chiesa di San Francesco venne aperta una scuola di teologia e di filosofia. Nel corso dei secoli il convento si ingrandì e fu sottoposto a vari interventi di restauro.
Nel XVIII secolo vengono aggiunti nuovi locali sul fianco settentrionale, una nuova scalinata di accesso al presbiterio e nuovi altari di pietra serena che hanno comportato la perdita di affreschi trecenteschi. Nella chiesa nel corso del tempo ebbero sede varie confraternite, dei Battuti, De Neri, del Corpus Domini, dei Martiri, di San Sebastiano. La vita religiosa ebbe fine nel 1808, quando il convento fu soppresso dal governo napoleonico, i frati furono allontanati e l’intero complesso, quasi completamente spoglio dei suoi beni, fu acquistato da dei marchesi Negrotto Cambiaso.
Con la soppressione del governo napoleonico iniziò un lungo periodo di disuso e di degrado. Gli altari settecenteschi vengono portati altrove. Nel 1919, in seguito ad un terremoto, il campanile, dalla tipica forma a torre del XI secolo, crolla sulla parte absidale, provocando il cedimento della copertura e i suoi resti vengono demoliti.
I primi lavori di restauro furono eseguiti nel 1944 da truppe inglesi e nel 1959 con la ricostruzione del tetto ma lo stato di abbandono termina grazie ai proprietari che eseguirono il recupero integrale dell’edificio.
Aspetto settecentesco della chiesa di San Francesco
L’aspetto settecentesco della chiesa è comunque ricostruibile attraverso la descrizione che ne fa Valentino Felice Mannucci: la facciata era dotata di un lungo loggiato con colonne, mentre all’interno la chiesa era fornita di undici altari, cinque da un lato e sei dall’altro Subito a destra della porta, sulla controfacciata si trova un altare con un dipinto che raffigura la Madonna del Carmine e dalla stessa parte si trova un affresco. Segue un altare fatto tutto di stucchi con tavola in tela che raffigura il mistero. Poi si trova l’altare di San Francesco con tavola in tela raffigurante il Santo. Sempre sul lato destro si trova l’altare di Santa Chiara e di Santa Rosa. Nel presbiterio, si trovava un affresco con l’Annunciazione. Sul lato sinistro della porta, sulla controfacciata, si trovava l’altare della Santissima Conceszione. Poi si trovava un altare con un dipinto raffigurante San Sebastiano e San Rocco e, di seguito, l’altare di Sant’Antonio. Dietro a questo altare vi è l’antica cappella della famiglia da Rabatta costruita nel 1456. L’altare successivo è quello dedicato a San Bonaventura e San Giuseppe. Seguiva verso l’altare maggiore quello dedicato all’Invenzione della Croce, anch’esso fornito di dipinto. Finalmente si giunge alla cappella maggiore, intitolata al Santissimo Crocifisso, di patronato della famiglia Pecori. Interessante è anche la segnalazione della presenza di una balaustra con colonnine, probabilmente voluta dal frate padre Antonio Pinelli, a lungo guardiano del convento. Il pavimento della chiesa risulta inoltre dotato di diverse lastre tombali.
Di tutto ciò che vide il Mannucci in chiesa non è conservato praticamente niente. Da notare come la chiesa dovesse essere quasi del tutto priva di affreschi, in particolare modo, non si trova traccia di quelli trecenteschi attualmente presenti in chiesa che, probabilmente erano coperti dagli altari.
Descrizione esterno
La chiesa che presenta una facciata principale, in piccole bozze di pietra cava, è a capanna e l’ingresso, che conserva tutt’oggi l’originale porta trecentesca, in solido legno di quercia, è sormontato da una lunetta ogivale con una grande monofora, di stile gotico, al cui interno si trovava un affresco risalente probabilmente al XVI secolo raffigurante la Madonna col Bambino. Sulla sinistra si vede la piccola ed elegante facciata della cappella seicentesca dedicata a San Sebastiano. Sul lato opposto, accanto alla facciata, si vede una porta ogivale che costituiva l’originale ingresso al convento. Il loggiato con colonnine che correva lungo i quattro lati del chiostro venne abbattuto durante i numerosi lavori.
Descrizione interno
L’interno, ad una sola navata coperta da capriate in legno, termina con una tribuna ben definita da un arco a sesto acuto e coperta da una volta a crociera con quattro vele costolone. La struttura è costruita interamente in laterizio, materiale che conferisce all’intero ambiente un caldo calore rosaceo.
Sul fianco destro, dove una porticina nasconde la scaletta che conduce al piccolo pulpito la cui base è molto ben conservata e restaurata. Sulla parete opposta, quella del lato sinistro si accede ad un oratorio.
Poco oltre il pulpito si trova la grande porta (attualmente tamponata) che collegava la chiesa col chiostro del convento e che mostra uno splendido arco in laterazio. In prossimità dell’ingresso principle si trovano i resti di quella che doveva essere l’originaria decorazione pittorica delle pareti.
In vari punti della chiesa di San Francesco si possono ammirare degli affreschi ormai irrimediabilmente danneggiati dal tempo ma accuratamente restaurati nel corso dei lavori di recupero della chiesa.
Sul pavimento si trovano alcune sepolture, la più significativa delle quali, posta al centro della navata, di fronte ai gradini di accesso al grande presbiterio, è costituita da una interessante lastra tombale gentilizia, della famiglia Da Rabatta, con iscrizione in caratteri gotici recante la data 1424. Sulla parete sinistra si vede l’arco di accesso alla cappella di San Sebastiano, accanto al quale si trova l’ingresso ad una seconda cappella, quella della locale famiglia dei Da Rabatta. Si tratta di un gioiello di architettura quattrocentesca, anche se purtroppo non giunto sino a noi integralmente.
Sulla parete di fondo è emerso un notevole affresco raffigurante la Madonna col Bambino tra due Angeli e i Santi Antonio Abate e Lorenzo, rispettivamente riferiti al nome del committente Antonio da Rabatta, ed il santo titolare del paese.
Il chiostro
Nel chiostro adiacente alla chiesa di San Francesco, al centro del quale si trova l’anello ottagonale di un pozzo ottocentesco e si affaccia su quello che fu il convento. Ancora oggi è presente la sala capitolare della quale rimangono alcune strutture portanti in attesa di restauro.
Affreschi e opere d’arte
La chiesa in passato possedeva numerose opere d’arte andate disperse nel corso dei secoli tra cui una croce di cristallo contenente un frammento di legno della Santa Croce, donata, secondo la tradizione, dal conte Ugo degli Ubaldini. La croce è identificabile con quella posseduta dall’oratorio del Santissimo Crocifisso dei Miracoli, al quale forse giunse in seguito alle soppressioni napoleoniche: in quell’occasione, infatti, i frati, nel tentativo di sottrarre la preziosa reliquia alle requisizioni e sperando di poterla riavere in seguito, potrebbero aver consegnato la stauroteca alla vicina compagnia de’ Neri, alla quale sarà poi rimasta a causa della mancata ricostruzione della comunità conventuale.
Si deve ricordare la recente identificazione della grande pala d’altare raffigurante “San Francesco che riceve le Stimmate”, restaurata nel 1603 da Giovanni di Pietro dei Pelliccioni, attribuita prima a Giotto ma recentemente attribuita a Taddeo Gaddi, il suo più illustre allievo, un tempo posta sull’altare maggiore della chiesa, portata nel 1929 in America ed esposta nel Fogg Museum di Cambridge.